La Sambuca Molinari
Tra i prodotti più noti del nostro Paese bisogna ricordare la Sambuca della azienda Molinari, ottenuta dalla distillazione dell’anice coi fiori di sambuco bianco, dal sapore rinfrescante ma molto dolce. Oggi Molinari non è solo la società leader nel mercato dei distillati di anice, ma si colloca in assoluto tra le prime marche presenti nell’intero settore dei superalcoliciin tutta Italia.
La storia di questo notissimo prodotto comincia nel 1945 a Civitavecchia, dove nasce il marchio “Sambuca Extra Molinari” grazie all’opera di Angelo Molinari.
Uno sguardo oltre i nostri confini aveva fatto capire che, in tutto il bacino del Mediterraneo, i prodotti a base di anice erano considerati addirittura bevande nazionali assolutamente preminenti rispetto ad ogni altro prodotto.
Tanto per fare qualche nome, il Pastis-Pernod in Francia, l’Ouzo in Grecia, il Raki in Turchia. Invero esisteva già a Civitavecchia, e da quasi un secolo per di più, il liquore a base anice denominato “Sambuca”, prodotto artigianalmente o addirittura in casa. La Sambuca era la versione locale di un prodotto probabilmente arrivato dall’vicino Oriente, il cui nome costituiva, e costituisce ancora oggi ovviamente, la semplificazione tutta italiana del nome arabo “Zammut”. L’unica cosa certa è che la pianta del Sambuco, come il termine lascerebbe presumere senza esitazione, non c’entra affatto nella produzione del distillato in questione.
Identificato il mercato, Angelo Molinari, già esperto liquorista riuscì nell’intento di ottenere un prodotto di altissima qualità, per di più ottenendo un gusto deciso ed inconfondibile, che da allora non ha mai smesso di essere apprezzato dal consumatore.
Le più recenti indagini confermano infatti un notevole aumento di consumi di Sambuca Molinari soprattutto in quella zona d’Italia, il Nord, storicamente meno legato al consumo di distillati di anice.
La Sambuca Extra Molinari è un liquore dolce e forte, la cui base è costituita dagli olii essenziali ricavati dalla distillazione a vapore dei semi dell’anice stellato, che conferisce al frutto un forte profumo di anice, solubile nell’alcool allo stato puro.
Il prodotto così ottenuto viene arricchito con una soluzione concentrata di zucchero e altri aromi naturali, di cui la Molinari custodisce gelosamente la ricetta. Nessuno dal di fuori può indovinare l’esatto procedimento di produzione del distillato, né tantomeno la giusta miscelazione degli ingredienti. Ciò che è certo comunque è che questi ultimi sono di qualità indiscutibile. E la dicitura “extra”, fortemente reclamata dall’Azienda, è lì appositamente e fieramente esposta su cisacuna bottiglia per dimostrarcelo.
Il Varnelli
Dalla tradizione italiana, e marchigiana in particolare, è nato anche il Mistrà delle ditta Varnelli, che ha addirittura ereditato il nome della Azienda.
Il Varnelli è un distillato dal gusto più secco della Sambuca, e trae origine dall’anice verde.
L’Azienda fu fondata nel 1868 da Girolamo Varnelli, che dallo studio delle piante officinali presenti in larga quantità sui monti Sibillini (ristretta nonché suggestiva catena appenninica del maceratese e dell’ascolano), trasse l’idea per numerose ricette di distillati e liquori. Ma la grande invenzione si deve a suo figlio Antonio Varnelli che, interpretando e raffinando la diffusa ricetta marchigiana del mistrà, creò il Varnelli: forte ed elegante bevanda al gusto di anice. Utilizzati soprattutto come correttivi del caffè, i distillati a base di anice costituiscono invero un efficace digestivo non amaro se bevuti lisci, e sono ottimi anche sul gelato.
In acqua fredda o con succo di pompelmo o di arancia, inoltre, tolgono la sete e fungono da aperitivi. La collocazione ideale resta comunque quella a fine pasto, dove due scuole di pensiero continuano a dividere gli animi dei numerosi appassionati: il distillato di anice va diluito nel caffè, magari nei suoi fondi, o va gustato da solo, senza altri contatti?
Francesco Annibali