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Angolo dell'esperto

Locanda Centimetro Zero e l’inclusività in cucina, in provincia di Ascoli Piceno

Una storia di inclusione sociale e qualità enogastronomica altissima, in provincia di Ascoli Piceno

locanda centimetro zero pagliare del tronto

Ho avuto il piacere di conoscerla ed apprezzarla grazie ad una cena organizzata con amici. Ma questa è solo la parte finale di una storia molto bella che inizia con un progetto di inclusione di ragazzi con disabilità.

Spinetoli, dove si trova il ristorante, è un paese in provincia di Ascoli Piceno dove vivono circa 7.200 persone. Ha nel suo DNA una particolare sensibilità verso le persone con disabilità. È attiva dal 2007 una cooperativa che gestisce un centro diurno ideato per supportare ragazzi diversamente abili e le loro famiglie. Una delle attività che promuove questo centro è la coltivazione della terra destinata a frutteti e verdura.

Nel 2014 una Fondazione bancaria locale ha emesso un bando mirato a finanziare iniziative socialmente utili alle comunità della zona.

Roberta D’Emidio ed Emidio Mandozzi, esponenti di questa cooperativa, presentano la domanda di ammissione per finanziare un progetto di creazione di un piccolo ristorante, cosa mai avvenuta in questo ambito.

La domanda viene accolta e la Locanda comincia muovere i primi passi.

Da febbraio a novembre 2015 i ragazzi, supportati dai loro tutor, si mettono al lavoro. Recuperano vecchi mobili, sedie, lampadari ed accessori vari e li ristrutturano, li verniciano, li lucidano per dargli nuova vita   e per destinarli all’arredo del piccolo ristorante.

Il locale comincia la sua attività rimanendo aperto solo nei week-end, ma dopo poco tempo il fine settimana non è più sufficiente a soddisfare le tante richieste di prenotazione. Il continuo aumento dei clienti unito all’entusiasmo e all’energia di questi ragazzi fan sì che l’attività cresca ed estenda l’apertura a tutti i giorni della settimana.

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Da notare che tutti i piatti serviti sono elaborati con prodotti provenienti dall’orto della cooperativa e, visto che la produzione, nel frattempo è diventata insufficiente a soddisfare l’aumento della domanda, dai terreni limitrofi che vengono coltivati dai diversi proprietari. Nasce quindi Locanda centimetro zero, perché chilometro zero non avrebbe reso precisamente l’idea.

ragazzi locanda centimetro zero

In cucina operano uno chef e due aiutanti. I ragazzi che attualmente sono presenti nella cooperativa sono 22; di questi 5 o 6 si adoperano per servire ai tavoli e per gli altri lavori necessari.

L’80% dei piatti è a base di verdura, rigorosamente di stagione. Lo slogan è “colto e mangiato”.

La scelta delle portate è molto ampia e la qualità è di alto livello, lo può testimoniare il fatto che la Locanda è presente nella pubblicazione del Touring Club, del Gambero Rosso e fa parte del circuito Slow Food.

Cosa c’è nel menù

Tra gli antipasti in questo periodo si possono trovare oltre ai classici salumi e formaggi, il tortino di patate con porcini e provola affumicata, la vellutata di finocchio e zenzero. Non possono mancare ovviamente le olive ascolane, rigorosamente preparate a mano dai ragazzi.

Se vi fosse rimasto un po’ di appetito, si sarebbe potuto considerare qualche primo come il pacchero al cavolo, salsiccia e scorza d’arancia o lo spaghettone al pesto di cavolo nero e pinoli, senza tralasciare i ravioli con impasto di spinaci o cicoria (dipende da cosa c’è nell’orto) ripieni di ricotta di Montemonaco, con crema di Pistacchio di Bronte e scorza di limone (di propria produzione).

E visto che l’appetito vien mangiando, nulla vieta di indirizzarsi verso i secondi piatti, tra i quali spiccano lo stracotto al vino rosso, il filetto di maiale alla vodka e mela rosa dei Sibillini, gli arrosticini, il tutto accompagnato da verdure dell’orto.

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A chiudere non può mancare il buffet di crostate e dolci secchi, la cheesecake al cioccolato o la zuppa inglese. Ah, la frutta! Ovviamente di stagione e di propria produzione, così come il limoncello ed il liquore alla liquirizia.

Vi sarete accorti che non ho parlato di bevande. Siccome tutto questo non era sufficiente a stupire, aggiungo che Roberto Cipresso, enologo famoso nel mondo, viene in qualche modo a conoscenza di questa realtà e ne rimane particolarmente colpito tanto da mettersi a disposizione per realizzare un vino rosso Montepulciano, un bianco Verdicchio ed un rosé frizzante nati da uve coltivate nei terreni che nel frattempo la cooperativa ha preso in affitto in una località vicina. L’uva viene raccolta in loco e portata per la sua trasformazione a Montalcino nell’azienda agricola Cipresso. Da Montalcino il prezioso nettare prende la via di casa a Spinetoli per essere apprezzato dai clienti della Locanda. Soqquadro rosso, Soqquadro bianco, Spumante a Centimetro Zero e Vino da Favola sono i loro nomi e le etichette sono preparate a mano dai ragazzi che rendono ogni bottiglia un pezzo unico.

locanda centimetro zero ingresso

Passi da gigante per una piccola realtà imprenditoriale

In pochi anni, l’esperienza della Locanda a Centimetro Zero valica i confini delle Marche per raggiungere palcoscenici molto prestigiosi. Il primo a portarli a Roma è stato il capo che del Quirinale che, dopo aver letto alcuni articoli su questa iniziativa, li invita per una visita. Per quell’occasione, era il luglio del 2019, i ragazzi realizzano una sedia speciale per il Presidente Sergio Mattarella suggellata con una frase pensata proprio per l’occasione:

 “Quando perdiamo il diritto di essere differenti, perdiamo il diritto di essere liberi”.

Nel tradizionale discorso di fine anno diffuso a reti unificate il Presidente della Repubblica utilizza quella sedia ricevuta in dono e cita proprio quella frase. Ad inizio 2020 i ragazzi vengono invitati anche in Vaticano dove hanno modo di conoscere e parlare con il Papa.

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L’attività non si ferma qui e in un mondo che corre anche questa cooperativa tiene il passo.

Nel corso dell’ultimo Vinitaly è presente anche Centimetro Zero che conosce una notissima azienda di cacao che a sua volta chiede di diventare loro fornitrice.

A partire dallo scorso 8 dicembre è entrato in funzione, a poche centinaia di metri dal ristorante, un laboratorio dove vengono prodotti e venduti cioccolati, torroni e panettoni.

Sembra una favola ma non lo è: è una realtà dove si incontra lo spirito imprenditoriale devoto al sociale, dove il valore aggiunto è dato delle persone che partecipano, che non si fermano davanti ai problemi ed alle difficoltà. Dove la sostenibilità ambientale, l’alta cucina e l’enologia si incontrano per dipingere un quadro dalle tinte bellissime.

La lezione che ne traggo è che sognare si DEVE perché a volte la realtà supera la fantasia.

Michele Chiericozzi

 

 

 

 

 

 

 

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